Mi trovo in una piccola città nella profonda provincia lombarda e sto chiacchierando in un bar con il signor A. una persona deliziosa, dai modi gentili che accompagna da anni i migranti nei loro percorsi d’integrazione. Il barista che già mi conosce ci porta il tè caldo e iniziamo la nostra riunione.
Il primo punto da affrontare con il signor A. risulta anche il più ostico. Stiamo pensando ad un progetto promosso dagli immigrati ma aperto a tutta la cittadinanza ma non riusciamo a metterci d’accordo su come chiamare gli stranieri…(Stranieri? Immigrati? Cittadini del mondo? Extracomunitari? Forestieri?). Devo dire che pur essendo straniero, questa ricerca della parola più corretta per qualificarmi è un po’ assurda. Non ho mai fatto caso a queste cose…
Non lontano dal nostro tavolo c’è un gruppo di anziani che mi fissano con sguardo e atteggiamenti circospetti. Il signor A. si accorge dei loro modi e riesce anche a cogliere le loro battute:
Questo qua è sempre in giro con i negri!
Infastidito ma con garbo, l’amico mi invita ad andare a parlare con i 4 pensionati incattiviti.
A.: Buongiorno, vi presento Henri
Un pensionato con testa abbassata: non guardo e non saluto quella gente. E poi aggiunge: avrei voluto votare per Salvini, Casapound o Fratelli d’Italia , ma il Movimento cinque stelle mi da più garanzie nei confronti di questa gentaglia.
Provo a salutare gli altri 3, solo 2 accettano il mio gesto, mentre il terzo mi nega il saluto fissandomi negli occhi e ridendomi in faccia.
Giudicate voi…